All That Jazz

Mario, questo post è lungo ma almeno tu leggilo con attenzione perché contiene materiale rilevante per il lavoro di dottorato.

Jazz is a joint project between IBM Rational and IBM Research to build a scalable, extensible team collaboration platform for seamlessly integrating tasks across the software lifecycle.

Sono stati due a OOPSLA 2007 gli eventi relativi a Jazz
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Jonathan Grudin at WikiSym 2007

Incoraggiato dai numerosi commenti pervenuti sul post precedente, pubblico un nuovo resoconto sul talk del padre del CSCW.

Jonathan Grudin, Microsoft Research
Living Without Parental Controls

This is by far the most interesting, dynamic period in the quarter century I’ve worked on collaboration technologies, and there is every reason to believe the pace will pick up. We can ignore history without being doomed to repeat it, because there is no going back. But there have been trends that suggest what we might watch out for. Ignoring the admonition that “he who lives by the crystal ball soon learns to eat ground glass,” I’ll describe observations, research, and product innovation that suggest opportunities and challenges swirling toward and around us. Central to the changes is the generation growing up with wikis, weblogs, tagging, map mashups, messaging, multiplayer games, and other social software.
Bio
Jonathan Grudin is a Principal Researcher in the Microsoft Adaptive Systems and Interaction group. His involvement in HCI began shortly before the first CHI conference and his involvement with collaboration technologies shortly before the first CSCW conference. His research at Microsoft has included studies of streaming media, privacy and sharing, early use of emerging technologies in organizations, and the impact of technologies on the gulf between policies and practice.

Un commento interessante è stato che gli MMORPG sono un esempio di ambiente in cui i team virtuali non si incontrano nemmeno all’inizio ma comunque funzionano bene. Sarebbero da studiare.
Ha citato il lavoro di McGrath (1991) per spiegare perchè il groupware che funziona negli esperimenti di lab poi sul mercato non ha grande successo: gli esperimenti misurano solo le performance della funzione di produzione ma non gli altri aspetti della collaborazione di gruppo.

Gran talk. Ha concluso dicendo che il supporto ai piccolo gruppi, quando arriverà e funzionerà bene, darà origine a delle killer apps.

Eclipse Technology Exchange at OOPSLA 2007

Riporto il messaggio di mail spedito ieri a Mario e Fabio per condividere anche con altri lettori interessati.

L’Eclipse Technology Exchange workshop è finito ieri. E’ stato un po’ compresso perché inizialmente doveva essere di un giorno e mezzo poi non so perché si è ridotto a un giorno.

Il keynote era di Jeff McAffer:

Jeff McAffer leads the Eclipse Equinox OSGi, RCP and Orbit teams and is a Senior Technical Staff Member with IBM Rational. He is one of the architects of the Eclipse Platform and a co-author of The Eclipse Rich Client Platform (Addison-Wesley).

Parlando dei progetti open source che utlilizzano equinox/osgi ha citato: Riena, Swordfish, Eclipselink mentre tra i commerciali ha citato: IBM WAS, BEA mSA, Oracle, Spring, IBM Rational Jazz. Ha parlato anche di Eclipse Incubator e Eclipse p2p.

Da segnalare anche la presenza di Jim Whitehead, il creatore di WEBDAV. Ora si interessa di videogames: oltre a fare il prof ha un’azienda e cerca esperti.

Segnalo gli short paper relativi all’OSGi per dare un’idea della ricerca accademica al riguardo:

  • Towards Dynamic Plug-in Replacement in Eclipse Plug-in Development (A.R. Gregersen and B.N. Jørgensen)
  • Building, Deploying, and Monitoring Distributed Applications with Eclipse and R-OSGi (J.S. Rellermeyer, G. Alonso and T. Roscoe)

Quest’altro invece lo segnalo perché adotta l’editor di java per un case study di evoluzione (quello che nel nostro piccolo abbiamo fatto con eConf):

  • Studying the Evolution of the Eclipse Java Editor (D. Hou)

Continuo più tardi o domani con altri eventi. Stay tuned.

C’è chi dice che il Semantic Web è morto

In un panel al WWW 2007, un ricercatore Yahoo, Mor Naaman, ha lanciato una provocazione quasi blasfema (siamo pur sempre nel tempio di Sir TBL): “il Semantic Web è morto”. In realtà perorava la causa dell’Emergent Semantic Web, quello basato sui tag del popolo degli utenti.
Per chi avesse perso l’evento (ogni riferimento a persone è puramente casuale), c’è un post sul blog di Yahoo! Research Berkeley’s
Se n’è accorta Gaia Bottà che l’ha prontamente pubblicato su Punto Informatico.