Stack Overflow/Exchange

Stack Overflow non è solo UN sito di Question-Answering sulla programmazione. E’ il più grande sito del mondo di Question-Answering, con milioni di domande, risposte e utenti. Anche chi non ne conosce l’esistenza ci finisce spesso dentro come risultato di una ricerca su Google o Bing.
Segnalo un post sulla storia di Stack Overflow e di come si è evoluto in una piattaforma generale di Question-Answering: Stack Exchange. Il post è di Joel Spolsky, co-fondatore di Stack Overflow e CEO di Stack Echange.

Pinterest

Si dice che Pinterest sia il sito web 2.0 dell’anno.
Si tratta di un object-centered social network che permette di attaccare, su una lavagna di sughero virtuale, foto e documenti incontrati sul web. Lo scopo è ritrovare e condividere. C’è chi lo usa per “pinnare” piatti alla Masterchef o potenziali idee regalo.
Ricorda un po’ Delicious ma è più ricco graficamente, i pin sono organizzati per temi e si possono scambiare commenti.
Si deve essere accettati o invitati per farne parte (purtroppo Google ha diffuso questa seccante pratica).

La storia in un post

Ho letto un divertente e instruttivo post sulla storia dell’informatica. L’ha scritto un famoso collega, Bertrand Meyer (Design by Contract, linguaggio Eiffel).

At the start there was Alan. He was the best of all: built the right math model (years ahead of the real thing in any shape, color or form); was able to prove that no one among us can know for sure if his or her loops — or their code as a whole — will ever stop; got to crack the Nazis’ codes; and in so doing kind of saved the world. …

Tra i grandi informatici c’è Vic, il mio mentore. Provate a indovinare chi si cela dietro gli altri nomi di battesimo.

Buona lettura.
The story of our field, in a few short words

Touchstudio: programmare con un pollice

Ancora dal Software Summit di Parigi e da RISE, il gruppo di software engineering di Microsoft Research.
Questa volta si tratta di Touchstudio, un incrocio tra mobile e cloud computing. Touchstudio consente di programmare e modificare il comportamento di un cellulare Windows 7 usando il cellulare stesso. Ho assistito a una demo dove nel giro di un minuto il media player veniva programmato per interrompere la musica se il celluare era spostato velocemente o se rivoltato, per poi riprendere la musica se riportato nella posizione originale. L’editor, il debugger e l’ambiente di esecuzione sono nello smartphone. Si programma prevalentemente con un pollice, come oggi si usa per interagire con un cellulare.

Gadgeteer

Come già antipato in un precedente post, sono al Software Summit di Parigi dove ho appena seguito la presentazione di Gadgeteer, un progetto di Microsoft Research. Si tratta di hardware e software facilmente componibile per costruire ogni sorta di gadget, inclusi giochi, in poco tempo. In estate sarà rilasciato il kit: hw in vendita e sw open source. Microsoft Research è interessata a stabilire collaborazioni didattiche con le università.

Chi di spam ferisce di ban perisce

Il blog di Luca Nicotra ha segnalato che Twitter ha sospeso l’account di un candidato alla presidenza di una Regione (non mi importa chi e quale) perché colpevole di Follow spam.

Follow spam is the act of following mass numbers of people, not because you’re actually interested in their tweets, but simply to gain attention, get views of your profile (and possibly clicks on URLs therein), or (ideally) to get followed back

Premesso che non mi piacciono le discussioni da bar sulla politica, riporto la notizia perché è un esempio rilevante di come si possa sbagliare il rapporto con i social network.
La lezione è: facebook e twitter non equivalgono a inserzioni o spot gratuiti. Il rapporto con i social network non si improvvisa.

L’invisibilità dei videogiochi

Un po’ perchè non sempre si trovano articoli che abbiano qualcosa di interessante da dire sui videogiochi, un po’ perché non reggevo più la vista del post precedente.


Non c’è un’altra forma di intrattenimento che separi in modo così netto l’universo dei fan da tutti gli altri. I libri, il cinema, la tv, la danza, il teatro, la musica, la pittura, la fotografia, la scultura hanno il loro pubblico. Ma anche chi non se ne interessa sa che queste forme di cultura esistono e che ci sono eventi importanti per i loro appassionati. Nel caso dei videogiochi non è così. Ci sono le persone che ci giocano e c’è il resto del mondo, per il quale semplicemente i videogame non esistono. E che viene a saperne qualcosa solo quando un giornale pubblica una di quelle notizie tragiche in cui il protagonista è sempre un ragazzo mentalmente disturbato che si è “ispirato” a un videogioco per fare qualcosa di terribile.
L’invisibilità dei videogiochi è un fenomeno interessante. E inoltre fa in modo che in alcuni giochi succedano cose interessanti senza che il mondo della cultura se ne accorga.

Di John Lanchester, da London Review Of Books